Domani urne aperte in
Catalogna: i partiti indipendentisti hanno firmato un accordo scritto a
non allearsi in alcun caso con il Partito socialista dopo il voto.
Nell’ultimo sondaggio, tuttavia, i socialisti restano in testa (non
vincono qui dal 2003) e continuano a erodere voti a Ciudadanos (primo
partito nel 2017). Si riduce invece la distanza tra i due principali
partiti indipendentisti, ERC (centro-sinistra) e Junts (centro-destra).
Resta alta l’incognita astensione, con il numero di contagi in crescita
Kosovo
Domani si torna al voto
anche in Kosovo, poco più di un anno dopo le ultime elezioni
dell’ottobre 2019. Favorito il partito dell’ex premier ultranazionalista
Albin Kurti, che rivendica l’unione con l’Albania. Kurti aveva già
vinto le ultime elezioni, ma con un margine molto ristretto; ora punta
ad arrivare alla maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento per porre
fine alla cronica instabilità politica del paese
Israele
Verso le elezioni di
marzo, la nuova leader del Partito laburista Merav Michaeli ha firmato
un patto di desistenza con Meretz (sinistra laica) per superare lo
sbarramento del 3,25%. Altri patti simili (che consentono a un partito
di cedere a un’altra forza politica i suoi voti in eccesso per la
conquista di un seggio) sono stati concordati tra partiti di centro e di
destra in chiave anti-Netanyahu
Svezia
Svezia: in un’intervista
tv, il leader dei Moderati Ulf Kristersson si è detto disposto a
collaborare con la destra dei Democratici Svedesi dopo le prossime
elezioni su alcuni temi specifici. Critiche dai socialdemocratici, che
condannano il linguaggio bellicoso della destra
Francia
In leggera crescita il
consenso per Emmanuel Macron nei sondaggi più recenti. Ma colpisce
soprattutto l’incremento tra i giovani di 18-24 anni: +11% negli ultimi
tre mesi, al di sopra della media generale della popolazione.
Germania
In Turingia (Land della
Germania orientale) le elezioni regionali anticipate – inizialmente
fissate per il mese di aprile – si svolgeranno il 26 settembre insieme a
quelle federali. Fino ad allora continuerà l’inedito appoggio esterno
della CDU alla coalizione di governo rosso-rosso-verde guidata dalla
Linke (che continua ad essere in testa nei sondaggi in questo Land)
Polonia
Rafał Trzaskowski, sindaco
di Varsavia e vicepresidente del partito moderato Piattaforma Civica,
propone una “Coalizione 276” tra tutte le forze di opposizione
all’attuale governo di destra, sul modello di quella che è stata
realizzata in Ungheria in vista delle prossime elezioni. Sono infatti
276 i deputati necessari per la maggioranza assoluta in Parlamento
Danimarca
Il Partito liberale, al
governo fino a un anno e mezzo fa, continua a perdere consensi a
vantaggio di altri partiti di centrodestra: in alcuni sondaggi è finito
sotto il 10%. Tra i motivi di questa débâcle, c’è anche lo scandalo che
ha colpito l’ex ministra dell’Immigrazione Inger Støjberg, che quando
era in carica avrebbe dato ordine di separare coniugi nei centri per
richiedenti asilo. Støjberg è ora in Parlamento come indipendente, anche
se due partiti di destra le hanno già proposto di entrare nel loro
gruppo. A gennaio anche l’ex premier liberale Lars LøkkeRasmussen ha lasciato il partito in polemica con l’attuale leadership
Bulgaria
Valeri Simeonov, leader
del Fronte Nazionale di estrema destra al governo in Bulgaria (è stato
anche vicepremier fino al 2018), e spesso al centro di polemiche per le
sua dichiarazioni razziste e xenofobe, alle elezioni di aprile sarà
alleato al partito di un altro politico nazionalista, Vesselin Mareshki,
un imprenditore del settore farmaceutico condannato in primo grado a
quattro anni per estorsione. Malgrado idee opposte sull’influenza della
Russia nell’economia del paese, proveranno così a superare lo
sbarramento del 4%
Grecia
Con il sostegno del
partito populista di destra Soluzione Greca, il partito di centro-destra
al governo Nuova Democrazia ha approvato una legge che istituisce una
speciale forza di polizia per la sorveglianza nelle università. Forti
critiche dall’opposizione di sinistra, che ha sottolineato come la legge
consenta “una repressione ancora maggiore a spese dei giovani”. Gli
studenti sono scesi in piazza ad Atene e Salonicco chiedendo il ritiro
della legge
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