Il Partito socialista vince le elezioni in Catalogna
(22,7%) ma i partiti indipendentisti rafforzano la loro maggioranza
nella Generalitat. Gli indipendentisti superano inoltre per la prima
volta la soglia psicologica del 50% dei voti, ma in termini assoluti
perdono oltre mezzo milione di voti rispetto al 2017 a causa dell’alto
tasso di astensione (il più alto di sempre in Catalogna). Il governo
spagnolo di Pedro Sanchez esce comunque rafforzato dalla vittoria
elettorale (il miglior risultato da 15 anni). Crolla invece Ciudadanos
(come previsto), mentre il Partito popolare ottiene il peggior risultato
della sua storia e viene quasi doppiato dalla destra di Vox.
A diventare il nuovo presidente catalano dovrebbe essere
il leader della Sinistra Repubblicana indipendentista (ERC), Pere
Aragonès, 38 anni, vicepresidente uscente. L’obiettivo di Aragonès è di
formare una maggioranza di sinistra con CUP e Podemos che abbia anche il
sostegno degli indipendentisti di centro-destra di Carles Puigdemont.
Tra i vincitori del voto c’è proprio la sinistra anticapitalista di CUP.
La leader Dolors Sabater, ex sindaca di Badalona, si è dichiarata
disponibile a entrare in un governo indipendentista. Obiettivi:
amnistia, un referendum vincolante per l’indipendenza, riforme sociali e
transizione ecologica.
Francia
Per le elezioni presidenziali del 2022 si fa strada a
destra la candidatura di Eric Zemmour (giornalista anti-femminista,
anti-LGBT e islamofobo) che potrebbe stravolgere gli equilibri attuali,
secondo i quali sarebbe probabile un ballottaggio Macron-Le Pen. In un
sondaggio, il 27% degli elettori di destra lo ritiene un candidato
migliore di Marine Le Pen. Sulla candidatura di Zemmour, popolare
nell’opinione pubblica della destra francese, potrebbe convergere
Nicolas Dupont-Aignan, un altro candidato ultraconservatore.
Germania
Cresce il consenso popolare per una coalizione di governo
tra cristiano-democratici e verdi dopo le prossime elezioni federali di
settembre. Favorevole a questa soluzione è anche il presidente della
Baviera Markus Söder, che in primavera potrebbe essere scelto come
candidato cancelliere per la CDU-CSU. Un terzo dei tedeschi interpellati
da un sondaggio del «Der Spiegel» vede positivamente questa coalizione
di governo, rispetto al 23% che preferirebbe un’alleanza tra CDU e
liberali e al 16% che vorrebbe una nuova grande coalizione con l’SPD. Ma
gli elettori cristiano-democratici sono ancora divisi sulla migliore
soluzione di governo.
Paesi Bassi
Il premier olandese Mark Rutte ha escluso nei giorni
scorsi ogni possibilità di accordo post-elettorale con il partito di
estrema destra di Geert Wilders e con l’altro partito euroscettico Forum
per la Democrazia. Sembra quindi sempre più probabile una riedizione
dell’attuale coalizione di governo che comprende, oltre ai liberali di
Rutte, anche i cristiano-democratici, i Cristiani uniti e i
social-liberali (D66). Si vota il 17 marzo.
Svezia
Il partito liberale (che sostiene dall’esterno il governo
di centro-sinistra di Stefan Löfven) ha chiesto di riaprire una
centrale nucleare chiusa nel 2020 per far fronte a carenze energetiche
nel Sud del paese. Si sono detti d’accordo gli altri partiti di
centro-destra (che sono all’opposizione del governo). Ma il ministro
dell’Ambiente e leader dei Verdi Per Bolund ha escluso categoricamente
quest’ipotesi, affermando che il paese deve concentrarsi su nuove fonti
di energia pulita.
Israele
Potrebbero essere 13 le liste a eleggere deputati alle
elezioni di marzo in Israele, ma nessuno dei due blocchi principali pro e
contro il premier Benjamin Netanyahu avrebbe oggi la maggioranza dei
seggi. Negli ultimi sondaggi, il Partito religioso sionista di Bezalel
Smotrich potrebbe superare lo sbarramento, mentre è sfumata in extremis
la candidatura del sindaco di Tel Aviv con il suo movimento politico
progressista a causa delle divisioni nel centro-sinistra.
Austria
Il Parlamento ha respinto mercoledì la mozione di
sfiducia contro il ministro delle Finanze Gernot Blümel, coinvolto in un
caso di corruzione e molto vicino al premier Sebastian Kurz. I Verdi,
che sono al governo con il Partito popolare, hanno votato contro la
mozione di sfiducia, ma la capogruppo Sigrid Maurer ha accusato il
Partito popolare di avere “un rapporto problematico con la magistratura
indipendente” e hanno chiesto di varare nuove norme per la trasparenza
negli enti governativi.
Polonia
Il Senato ha votato contro l’elezione di Piotr Wawrzyk a
nuovo difensore civico e commissario per i diritti umani. A favore di
Wawrzyk (membro del governo di destra di Diritto e Giustizia) hanno
votato 48 senatori, 51 hanno votato contro e uno si è astenuto. In
Senato il governo non ha infatti la maggioranza assoluta, e
l’opposizione ha fatto fronte comune contro la nomina di Wawrzyk, che
era stata approvata dalla Camera bassa (Sejm) circa un mese fa. Lo
stallo sulla nomina del nuovo difensore civico continua dal settembre
scorso. Ora la Sejm dovrà proporre un altro nome.
Croazia
Il 2021 sarà un anno di elezioni amministrative in
numerose capitali europee: Berlino, Londra, Roma, Helsinki, Tallinn e
Zagabria. Nella capitale croata il centrosinistra ha scelto Joško
Klisović, esperto in relazioni internazionali, per sfidare Milan Bandic,
controverso sindaco in carica quasi ininterrottamente dal 2000,
nonostante vari problemi giudiziari nei quali è stato coinvolto negli
ultimi anni. Si vota il 16 maggio.
Finlandia
Si torna a discutere del rinvio delle elezioni
amministrative del 18 aprile a causa della pandemia, escluso però pochi
giorni fa dalla ministra della Giustizia Anna-Maja Henriksson. I partiti
restano contrari a questa ipotesi. La decisione finale sarà presa entro
fine mese.
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